Giacomo Balla (1871-1958)
Fu uno dei fondatori del
movimento futurista e uno degli artisti più rappresentativi del Novecento.
Nato a Torino, si trasferì a Roma nel 1895 dove visse fino alla
morte. Nei primi anni del secolo XX si unirono a lui Boccioni, Severini,
Carrà e Russolo con i quali sottoscrisse il Manifesto
dei Pittori Futuristi e il Manifesto Tecnico (1910).
Iniziò con un periodo divisionista e la sua svolta
futurista è testimoniata dal dipinto Lampada ad arco (1909, New York,
Museum of Modern Art) in cui affronta la scomposizione della luce, tema che
svilupperà fra il 1912-14 con le Compenetrazioni iridescenti.
Lo studio del movimento, comune
ai Futuristi, ricorre in tutte le opere fino al 1915, anno in cui firma con il
giovane allievo Depero il Manifesto della ricostruzione futurista
dell'universo.
Durante gli anni della Prima guerra mondiale Balla si
dedica anche alle arti applicate all'industria della moda. Il suo concetto di
estetica abbraccia tutte le arti e comprende la quotidianità, con i suoi
oggetti, gli abiti, gli arredi della casa, anticipando l'idea di "arte totale".
Nel 1917, l'artista progetta
alcune scene originalissime per Feu d'artifice di Stravinskij, balletto
messo in scena dalla Compagnia dei Ballets Russes.
Nel 1929 Balla firma con altri
artisti futuristi il Manifesto dell'aeropittura che apre la strada a
nuove ricerche visive nell'ambito del Futurismo.
Nel 1930 l'artista chiude con
l'esperienza degli anni dell'avanguardia e cambia radicalmente modo di
dipingere, ispirandosi alle immagini fotografiche dei giornali e dei rotocalchi, anticipando ancora una volta le figurazioni della
Pop Art degli anni Sessanta.
Giacomo Balla morì a Roma nel
1958 all'età di ottantasette anni.
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Le mani del violinista, 1912. Londra, Tate Gallery. |
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Forme grido "Viva l'Italia", 1915. Roma, Galleria nazionale d'arte moderna. |
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Lampada ad arco, 1909. New York, Museum of Modern Art (MOMA). |
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